[Verdebinario] Ma che ve state a innervosì? (Discorso serio con un titolo che non lo è)

Giuseppe De Marco peppelinux a yahoo.it
Mer 10 Nov 2010 10:24:11 CST


Ma 'nnunte preoccupà, che con emiliano ci siamo sentiti telefonicamente ieri, 
prima del corso e ci siamo capiti.

Il discorso di Emiliano è sacrosanto, e spesso ne parliamo insieme ad irene. 
Purtroppo lavorare intensamente con diverse preoccupazioni, senza vedere 
coinvolgimento nè supporto materiale, coinvolge inevitabilmente la nostra 
emotività.

Io dico che buttare un sasso in ML non basta per organizzare all'ultimo momento 
qualcosa.
La pulizia della sede Si ripeteva da giorni senza alcun eco.

Stasera con Irene sicuramente impugneremo la questione.

Io continuo a battere sulla figura del "responsabile" non per fare vave, ma per 
evitare diverse asimmetrie che la logica di gruppo 

produce.

Se qualcuno fà qualcosa, anche un pirito, siamo tutti tenuti a ringrazialo. Non 
è un gioco di parole e nemmeno una subdola strategia per ottenere ciò che ci 
serve, ma è l'unica gratificazione che l'associazione può offrire ai consociati, 
ovvero il riconoscimento e l'apprezzamento di aver fatto qualcosa, dato che non 
possiamo dividere utili (manco ad averli...).

Se qualcuno propone qualcosa, dobbiamo evitare di stroncare le idee sul nascere 
ma vivere questi momenti come momenti di creatività individuale, ben distinti 
dai momenti di scelta e sviluppo.

Se qualcuno si propone di svolgere qualcosa dobbiamo evitare la formula: "in 
realtà non serve, ma se vuoi proprio farlo..." Perchè nessuno si sognerebbe di 
fare qualcosa che tutti reputano inutile, si sentirebbe egli stesso inutile 
nella associazione.

Evitare la formula: "Io non sono daccordo, se volete farlo fatelo voi": Noi 
siamo un'associazione e dovremmo non solo gestire le decisioni con una certa 
praticità democratica ma anche saper gestire le minoranze che da questa nascono.

Lasciare che sia il tempo ad avvalorare le inclinazioni, e sulla base di questo 
decidere quale idea possiamo ritenere più affidabile, evitare quindi di 
si-si/no-no precoci: tanto l'esperienza insegna e ci dimostra cosa dura nel 
tempo e cosa invece svanisce presto.

Non avere fretta di dare un valore al nostro lavoro, nè tantomento lavorare con 
il patema d'animo di chi si sente sprecato: è meglio un euro al giorno che 100 
euro subito.

Dare seguito alle opere altrui, non sostiuire con simili nè tantomeno rompere 
per rifare da capo: rispettiamo il lavoro altrui e cerchiamo di migliorarlo 
estendendolo. 


Anche se sappiamo fare qualcosa veramente bene cerchiamo di metterci da parte, 
cercare di capire chi desidera fare qualcosa e impegnarci a tappare i buchi e le 
mancanze che solo la nostra esperienza sà prevedere in tempo.

Dobbiamo dare fiducia alle novità, alle relazioni e alle persone,
questo è il nostro carburante e se rimaniamo a secco saremo costretti a spingere 
da soli

giuseppe



      




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