[Verdebinario] inventario

Francesco De Francesco francesco.defrancesco a gmail.com
Ven 21 Giu 2013 05:41:54 UTC


+1
Il giorno 21/giu/2013 01:24, "Vincenzo Colacicco" <uno.turbo.ie a hotmail.it>
ha scritto:

> Brevemente (almeno ci provo) riporto quello che è il mio pensiero:
>
> Inventariare TUTTO è impossibile, pensare di registrare il singolo cavo è
> di una insana follia IMHO, anche per le ragioni riportate da Emiliano.
> Come oggi diceva qualcuno, non ricordo bene chi, ci vorrebbe anche una
> sorta di infarinatura generale sull'hardware storico che andiamo ad
> inventariare. (E comunque, questione di inventario o non, non possiamo
> collezionare "cose" senza sapere di cosa si tratti, come si accende,
> ecc...!)
> Certe cose e certi pensieri escono soltanto quando ci si trova all'atto
> pratico della questione.
>
> Ad esempio, inventariare la schedina dell'Atari PC Folio forse è ancora
> più una follia dell'inventariare i cavi: quella schedina è un componente
> necessario al funzionamento del computer, progettato, creato e venduto
> INSIEME al computer SOLO e soltanto per quello scopo, di conseguenza lo
> considero parte integrante del computer stesso.
> Eh no perchè arrivati a questo punto dobbiamo anche smontare tutti gli
> Amiga, C64, Mac e compagnia bella perchè dentro ci sono delle ROM che
> contengono software, che nel primo caso (perdonatemi se faccio esempi
> sempre su questa tematica ma ritengo di conoscerla abbastanza bene) è
> addirittura ancora commerciale, il Kickstart è ad oggi regolarmente
> licenziato e venduto da Cloanto s.r.l. nel pacchetto "Amiga Forever".
> Detenere la sua immagine (ad esempio a scopo emulazione su un PC) senza
> aver acquistato "Amiga Forever" o senza possedere un Amiga reale è reato.
>
> E per quel che penso il software, dato che è una cosa che non si può
> toccare, che risieda in un floppy, in una cartuccia, in un nastro, in una
> ROM o qualsiasi sia il supporto... è tutto uguale.
>
> A questo punto, cosa cambia sostanzialmente dallo sfilare una cartuccia
> dal lato destro del computer X all'aprire il computer Y e tirare un chip?
> Per me nulla.
> Per questo io interpreto, secondo la logica dell'"inventariamo tutto" e
> per restare coerente con l'inventario della cartuccia dell'Atari, che dopo
> aver inventariato l'A500 devo smontare lo stesso ed inventariare anche la
> sua ROM e, magari visto che ci sono, anche il lettore floppy, la tastiera e
> la scheda madre, sì, perchè ognuno di questi componenti ha un produttore,
> un identificativo di modello e un numero seriale l'uno diverso dall'altro e
> sono valori per niente correlati con quello del computer-prodotto finito.
>
> Con ciò spero sia chiaro, a questo punto, che è necessario porre dei
> limiti. Ecco, pensiamo ad inventariare quelli che sono i prodotti finiti
> innanzitutto.
>
> PERO'...
> E' vero pure che, come diceva Peppe la scorsa settimana, ci sono degli
> oggetti che pur non avendo un seriale, hanno una loro particolarità e un
> loro perchè. E' il caso dei joypad del Nintendo NES.
> La scelta giusta era, secondo me, quella di replicare la stessa etichetta
> del Nintendo NES che è il sistema principale per il quale l'oggetto è stato
> creato.
>
> Qui giustamente però lo stesso Peppe ha detto: ma se vogliamo scambiarne
> uno con qualcos'altro, come facciamo a sapere quanti ne abbiamo disponibili
> per poter valutare se è il caso di fare lo scambio o meno?
>
> Qui potremmo stabilire una convenzione: Nintendo con quanti joypad vendeva
> il NES o meglio, più velocemente, quanti joypad si possono usare con un
> solo NES?
> Due Joypad. Bene, per ogni NES attribuiremo due joypad, fin quando non
> finiscono.
> Mettiamo caso che gli oggetti sono di numero dispari ovvero abbiamo cinque
> joypad e tre NES. Bene, due joy ai primi due e uno al terzo NES.
>
> Vogliamo quindi interrogare l'inventario per vedere quanti joypad abbiamo:
> cerchiamo "NES", abbiamo tre risultati.
> Ad aprire ogniuno e leggere la nota "etichetta replicata su x oggetti" ci
> mettiamo un minuto, giacchè è la somma che fa il totale in questo modo
> sapremo, quando servirà (sempre se servirà, ma non diamo nulla per
> scontato), quanti joypad abbiamo.
> I joypad senza seriale sono secondo me degli oggetti secondari
> complementari alla macchina per i quali sono stati creati, quindi il fatto
> che dobbiamo perderci un minuto in più per cercarli nell'inventario secondo
> me ci sta, e di certo non possiamo dire che il singolo joystick non è stato
> inventariato.
>
> Concludo:
> L'obiettivo dell'inventario è, secondo me, innanzitutto quello di far
> conoscere a noi stessi cos'è che abbiamo, quindi pensiamo a farlo come
> conviene a noi, ovvero facendo quadrare insieme i principi di efficienza ed
> efficacia, ovvero la capacità di produrre una cosa che funzioni e che venga
> prodotta col minor sforzo/tempo/denaro.
> E che soprattutto abbia una fine.
>
> Concetto di fine dell'inventario...
> Qualcuno oggi diceva "lo stesso non finiremo mai perchè arriva sempre roba
> nuova", pensiamoci bene e siamo obiettivi: alla fine mica arrivano quantità
> industriali di roba ogni settimana...
> Il mio sogno è quello di arrivare al punto che, viene Tizio e ci porta un
> Apple III, lo pigliamo, lo inventariamo subito ovvero nello stesso momento
> in cui si compila il contratto di donazione (guardando così il seriale UNA
> SOLA VOLTA), dopodichè lo si depone nel luogo più appropriato.
> Fine dell'inventario, per il momento, ovvio.
>
> Ergo: Se ci diamo una mossa ad inventariare ciò che già abbiamo, con
> buonsenso, il sogno può diventare realtà. E non credo che si tratti solo di
> un mio sogno...
> L'inventario vivrà fin quando vivrà l'associazione e sotto questo punto di
> vista non potrà mai essere finito in quanto arriva sempre roba nuova,
> verissimo, ma di certo, nel sogno, non avremo da inventariare ancora roba
> arretrata di 10 anni!!!
>
> Non credo che l'obiettivo sia realmente quello di creare un numero
> esorbitante di etichette "vb" solo per farlo vedere a un terzo soggetto
> quando ad es. si fa una domanda per una sede... che di roba ce n'è a Verde
> e che abbiamo bisogno di spazio, chi lo VUOLE CAPIRE, lo capisce.
> A chi invece non gli frega "pecchè ten'ch'ffà", che ci sia scritto 500 o
> 10000 pezzi... non cambia niente. Parliamoci chiaro...
>
> La chiave? Credo che tutto sta a stabilire uno standard da rispettare in
> modo che chi si trova ad inventariare, siamo sicuri che agisca allo stesso
> modo di chiunque altro. Io tutto ciò che avevo da dire l'ho scritto qui e
> sta qui.
> Cercheremo di "raggiungere un accordo" e lo dico tra virgolette, di
> trovare un punto di convergenza insomma... giovedì prossimo, poi vedremo
> come procedere.
>
> Enzo
>
>
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