[Verdebinario] inventario

Giuseppe De Marco peppelinux a yahoo.it
Ven 21 Giu 2013 09:45:00 UTC


> In seguito si e' iniziato a etichettare/inventariare ciascun oggetto con un suo inventario specifico (es. nintendo NES = inv101 ; joypad nintendo NES = inv102)
> Ora ci troviamo con un misto di queste due cose. questo e' MALE. si puo' rimediare? come?

In itinere ci siamo resi conto della necessità di avere contezza anche dei joypad, degli alimentatori, delle memorie secondarie, delle cartridge, delle tastiere, essendo tutti questi elementi unici, i quali suscitano interesse sia da parte di collezionisti che da parte nostra; ci chiediamo: Quanti joypad NES abbiamo ? Quanti joypad C64 abbiamo ? Possiamo scambiare un alimentatore del megadrive...Quanti ne possediamo ? Quante edizioni/nomi di alimentatori di megadrive sono stati prodotti in periodi diversi ? Raccogliere questi dati ci consente di estrarre informazioni di carattere industriale che solo all'interno del nostro museo potremmo apprendere.


> La cartuccia di un videogame e' un oggetto molto diverso da un computer. Per la prima cio' che conta e' il contenuto, il secondo esiste e viene inventariato in quanto "contenitore".

Una cartridge è un circuito discretamente complesso. Alcune di queste integravano dei coprocessori (quale il Super FX su SNES), altre espandevano il numero di pad disponibili. La cartridge è un artefatto, ha un colore ed una identità specifica, esprime l'evoluzione di una tecnologia (comunemente ROM) in un preciso periodo storico. Poi esisitono edizioni di cartridge limitate, o le edizioni giapponesi, o USA, che suscitano un grande interesse da parte dei collezionisti. L'inventario è online, fare una ricerca da remoto o offrire accesso ai collezionisti è una risorsa potenziale, come tante altre cose che tornerebbe utile valorizzare adeguatamente.


> Gli "attributi" rilevanti di ciascuno di questi due oggetti sono anch'essi molto differenti. Il primo, il software, somiglia in qualche modo a un libro: ha un autore, una casa produttrice, ecc. il secondo, l'hardware, ha attributi come: marca, modello, ecc. molti degli attributi che hanno senso per la prima tipologia non ne hanno alcuno per la seconda, e viceversa.

La cartridge è sia software che hardware e ha valenza per entrambi perchè è unico sia se lo ritieni in un modo che in un altro. Intenderei estendere questo approccio anche ai comuni CD-ROM, a patto che questi siano originali, come quelli playstation, dreamcast, sega saturn e neogeo. Hanno un packaging, una custodia unica (spesso marcata o identificata da simboli in rilievo) e suscitano un grande interesse sia per noi che per i collezionisti. Penso sia indispensabile potere avere contezza di questi elementi attraverso la basedati.

> Punto cruciale. Si e' detto in riunione di "inventariare tutto", inclusi i cavi [0]. La definizione di "tutto" e' ambigua e in qualche modo arbitraria: dove ci si deve fermare? si aprono i case e si inventariano le singole schede? Si capisce bene - e sta succedendo - che ciascuna persona che si trova ad inventariare il materiale avra' una sua opinione su cosa rientra in "tutto", di conseguenza Tizio censira' alcuni oggetti e Caio altri. A ben vedere, il punto 1) e' un corollario di questo punto 3)

In verità si è detto: Inventariamo tutto quello del quale desideriamo avere contezza. Del cavo AC/DC ordinario non abbiamo alcun interesse al momento. Del cavo dell'AS/400, originale di 15 anni addietro bisogna valutare se ha una rilevanza storica e se desideriamo averne contezza, se è un prodotto unico "IBM" (come ad esempio le prime firewire made in Apple). Di un connettore particolare, di un adattatore esotico, penso sia il caso di registrarlo in maniera tale da poterlo cercare ed estrarre agevolmente dalla base dati. Per comodità nostra, è un processo anche cognitivo che ci consente di dare un nome a qualcosa che altrimenti rimarrebbe invisibile.

Nelle amministrazioni non si aprono i case per inventariare tutto. Solitamente quando si acquista qualcosa, es: un computer, si ripone un'unico numero di inventario e nella descrizione si indicano gli accessori. Noi abbiamo iniziato così fino al numero 33, poi, in itinere, ci siamo resi conto che non avere contezza di accessori utili all'identità del museo ci stava penalizzando. Le tastiere olivetti le abbiamo inventariate. Il mouse di interesse storico và inventariato. Se una cosa la mettiamo a fuoco questa inizia ad esistere, se la ignoriamo invece è come se non esistesse. Su questo meccanismo dovremmo riporre un'ampia riflessione.

> A mio parere serve una regola semplice e non ambigua che consenta a ciascuno di sapere sempre e certamente cosa deve essere inventariato / etichettato e cosa non, in modo da avere un inventario il piu' possibile "coerente".

L'inventario serve averlo utile. Non posso dire che i mouse non possono essere inventariati, perchè abbiamo mouse di interesse storico e mouse ordinari.
Noi stiamo inventariando dando priorità al materiale di interesse storico. Quando avremo una sede museale inventarieremo anche gli strumenti adoperati nel museo ma è il caso di fare un altro inventario per questi. Usando la base dati sarà possibile migrare i dati vb 0000 su un catalogo museale e realizzare un altro contenitore per un inventario ordinario. So bene che questa nota di opportunismo può suscitare diffidenza ma penso sia importante sviluppare con la giusta coscienza quello che ci serve nel presente, sfruttando quanto più possibilmente la flessibilità degli strumenti informatici a nostra disposizione - che nella fattispecie sviluppiamo noi come desideriamo noi  -predisponendo per il futuro quello che prevediamo utile sul medio periodo (4-5 anni, si spera...).


> "Sapientis est ordinare" Tommaso D'Aquino


"Una sciocca coerenza è lo spauracchio delle menti piccole." Ralph Waldo Emerson

Scusami ma di coerente ho trovato solo questa, eppoi ti confesso che le citazioni non mi fanno impazzire...

> A cio' che non ha un nome, bisogna trovarne uno. Giacche' su un cavo (o su es. un adattatore) il produttore non ha scritto su nulla, bisogna in qualche modo "inventarsi" un nome che rispecchi la funzione dell'oggetto, qualcosa del tipo "adattatore twinax - rj45".

Non ha un nome perchè noi non lo conosciamo. A livello industriale tutto ha un nome e questo non possiamo ignorarlo. Possiamo inventariarlo dandogli un nome particolare utile ai nostri fini e ad una futura modifica. Possiamo includere dei caratteri speciali nella descrizione per poterlo estrarre facilmente in futuro.

> Ora, e' chiaro che questo nome viene deciso li per li da chi fa l'inventario - magari dopo delle faticose ricerche in rete - ed e' chiaro dunque che chi decide questo nome puo' sbagliare (es. scrivendo "adattatore twinax - rj11") oppure semplicemente utilizzare un termine diverso da quello che utilizzera' per lo stesso oggetto un'altra persona (che potrebbe censire l'oggetto ad esempio come ("connettore twinax - rj45", oppure "convertitore AS400 - ethernet", ecc).

Colgo l'occasione per ricordarci che il motore di ricerca del nostro inventario è almomento veloce, generalizzato e minimale. Posso migliorarlo, posso realizzare una interfaccia di ricerca aperta al pubblico; risolviamoci prima le nostre faccende ( sito verde binario, integrazione attività elementari, estensione motore ricerca pubblico inventario ).

> un cavo e' considerato generalmente un "consumabile". 

Il cavo non è un consumabile. Un CD-ROM masterizzabile, un RW, una cartuccia di stampante, risma di carta, toner è un consumabile. Un cavo ordinario non viene inventariato per opportunismo e convenienza.

> Se abbiamo, ad esempio 10 "connettori twinax - rj45" potrei volerne dare uno es. ad Asbesto, senza preoccuparmi di fare uno "scarico di inventario" ed eliminare il record dal db. Inoltre un cavo puo' essere - e lo si fa continuamente - modificato, incrociando due fili o cambiando il connettore ad una estremita'. Anche in questo caso, chi lavora sull'oggetto dovrebbe preoccuparsi di rintracciarlo nella base dati e aggiornare il record.

Possiamo, ammesso che questo cavo sia di comune interesse ( immagino proprio che lo sia essendo vitale alle attività espositive/interattive museali), invantariarne uno, un paio, tre. Puoi metterlo da parte, possiamo discuterne insieme, valutare in corso d'opera come è stato fatto fin'ora, durante "l'evoluzione inventariale". Siamo 4 persone ad inventariare, spesso mi è capitato di telefonare ad Emiliano, ad Enzo o a Santino mentre ero con l'etichettatrice in mano, se non pesa a nessuno facciamolo, altrimenti si mette da parte l'oggetto in questione e se parla in riunione, ammesso che tutti siano presenti o telefonicamente reperibili.

> si e' incoraggiati a lavorare quando si vede il traguardo all'orizzonte. abbiamo migliaia e migliaia di cazzarielli di ogni genere! se ci mettiamo in testa di censire ogni singolo oggetto senza nome, l'impresa potrebbe apparire impossibile. aumenta - IMVHO - il rischio di abbandono.

Emì capisco profondamente la tua ratio. La applico quando "puntello un cavo", quando scrivo frettolosamente una mail, quando lavo il bagno di verde o di casa mia. Quando penso al museo prendo coscienza che la vita è breve ma il Museo non lo è, perchè và pari passo al progresso tecnologico umano. Noi che abbiamo questa missione dovremmo sforzarci di realizzare un'ottimo che valorizzi il più possibile il patrimonio che stiamo custodendo.
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