[Verdebinario] inventario

Irene De Franco irenedefranco a gmail.com
Mer 13 Nov 2013 15:33:02 UTC


Ciao a tutti,

ho letto i lunghi post, e i continui top quoting che non rispettano le
netiquette e affaticano la mailing list,
in ogni caso, non si è mai detto di gettare a mare il lavoro fatto, so che
costano fatica, semmai di valorizzarlo, se vi ricordate ne avevamo discusso
ampiamente e non ronzato su questi argomenti.

Inoltre tutti noi a vario modo hanno donato non solo il proprio tempo ma
anche  monetariamente tanto a Verde Binario, per cui le spese affrontate
per l'inventario, anche se non ingenti, vengono rispettate.

Ci sono costi che sono classificati come costi di start up, sono perdite
necessarie soprattutto quando si crea qualcosa di nuovo e si autocostruisce
senza una ricetta pronta. Succede così in tutti i laboratori. Prima di
arrivare alla messa a punto di una sintesi molecolare molti reagenti
utilizzati (costosi) finiscono per essere buttati.

La riflessione su un un approccio ragionato e non la messa in caciara è
quella dell'atleta che ha prestazioni migliori e va più veloce se il lavoro
di preparazione è fatto bene.


La proposta seria, leggera e intelligente di fare una correzione a mano
penso che sia la migliore. Se vi ricordate avevamo anche detto che
continuiamo con le nuove convezioni  e ritorniamo poi su quei pezzi che
abbiamo fatto.

Comunque  ho fatto un pò di lavoro di ricerca ho chiamato il dott. Luperini
direttore della fondazione http://www.fondazionegalileogalilei.it/ che
gestisce il Museo degli strumenti per il calcolo di Pisa,

gli ho esposto il lavoro che stiamo facendo, è stato molto gentile, mi ha
spiegato che il museo, che ha una caterva di materiali e vi invito a
visitarlo, non ha una catalogazione ma un semplice inventario perchè non
hanno personale.

Mi ha invitato a contattare il Centro Servizi di Ateneo CUTVAP (Tutela e
Valorizzazione Antico Patrimonio Scientifico) Università degli Studi di
Siena, con tutti i riferimenti perchè l' ICCD [1] ha tenuto un corso di
recente che ci poteva interessare e si è posto il problema della
catalogazione dei beni informatici.

[1] http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/204/normative<http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/204/normative>

Ho parlato anche con i responsabili, mi hanno detto che se vogliamo essere
riconosciuti, tutelati e inseriti nel patrimonio nazionale dovremmo fare
richiesta di essere inseriti nel SIGEC
http://www.iccd.beniculturali.it/index.php?it/378/i-numeri-di-sigecweb

e compilare le schede PST http://www.iccd.beniculturali.
it/index.php?it/389/beni-scientifici-e-tecnologici

che è un protocollo di campi standard che poi noi possiamo ampliare secondo
le nostre esigenze.

sono loro stessi poi a fornire i codici, e addirittura ci sconsigliano di
fare una catalogazione autonoma perchè in futuro per essere tutelati
dovrebbe essere rifatta.

Quest'ultima cosa va ben aldilà delle amentità sui vai codici da utilizzare
e non.

Come ci regoliamo se guardiamo in prospettiva?
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