[Verdebinario] prop(agit)osta

Irene De Franco irenedefranco a gmail.com
Mer 22 Gen 2014 20:59:12 UTC


Il giorno 22 gennaio 2014 20:06, Giuseppe De Marco
<demarcog83 a gmail.com>ha scritto:

> Noi possiamo acquistare qualcosa ma non vendiamo, doniamo qualcosa
>> stabilendo una sottoscrizione minima che è finalizzata a sostenere dei
>> progetti e ciò ci da credibilità.
>>
>> per cui una sottoscrizione potrebbere essere flessibile perchè non è un
>> prezzo  e quindi non c'è uno sconto. Quindi stabiliamo una sottoscrizione
>> diversa come reciproco sostegno in progetti diversi o condizioni economiche
>> avverse.
>>
>
> Io temo che fissare un numero costante possa risultare antipatico, penso
> invece che chiedere una sottoscrizione minima relativa e riferita ad una
> certa donazione, fine a se stessa, intesa come unica e non riproducibile se
> non in quel momento, possa ricalcare quanto meglio lo spirito no-profit che
> ci anima.
>

Inoltre anche lasciare un margine relativo sul prezzo, condotto dal socio
> che contribuisce, anche lui, nella donazione, con un lavoro volontario e
> non retribuito, possa rappresentare una forma di gratificazione sebbene non
> monetaria.
>
> Io vedo questo aspetto come valore di scambio con i nostri soci, nel
> complesso di una donazione che non è mai "automatica", di scala o
> razionalizzata nella produzione.
>
> Questi aspetti ci contraddistinguono radicalmente da ogni forma
> cooperativa o commerciale.
>
>

infatti  parlo di sottoscrizione flessibile ma  condivisa nelle scelt, ad
esempio ne parliamo nel topic


>
>> La sottoscrizione rappresenta un valore non commerciale  chi ci da un
>> contributo in qualche modo conferisce e ci riconosce un' autenticità.
>>
>
> ma sopratutto ci aiuta a pagare un fitto perchè come ben sai tu di me e io
> di te e noi di tutti noi: quanto saremmo felici e maggiormente appagati nel
> donare PC potendo rinunciare alla "soglia minima" di sottoscrizione.
>

spesso abbiamo donato pc rinunciando sottoscrizione a sostegno di persone o
progetti per amore delle idee che portiamo avanti con il software
libero/open source


>
>>
>> Inoltre non possiamo generare ambiguità perchè la voce si diffonde e
>> quindi invece di trashware siamo considerati un negozio.
>>
>
> Non abbiamo ne forniture ne giacenze.
> Come potremmo ? Oggi doniamo beni, domani servizi, dopodomani mettiamo
> mani al nostro portafogli. Ma chi vuoi che ci contesti ? Lo sanno tutti in
> che condizioni versiamo.
>

Non temo contestazioni perchè ci comportiamo bene, il fatto che non siamo
in buone acque questo non giustifica prescindere dal senso dei progetti che
portiamo avanti, cerchiamo di conciliarli ma non ci si svende in senso
etico.


>
>
>>
>> Noi non emettiamo fattura e non paghiamo l'IVA, ma facciamo contratti di
>> donazione e ricevute che hanno fiscalità e responsabilità legali diverse
>> e bisogna stare molto attenti su questo io ne ho la responsabilità.
>>
>

>  Doniamo tutto il donabile e concentriamoci su altre attività,
>

mi sembra che si svaluti l'attività di trashware ed è l'attività su cui
nasce l'associazione.

Doniamo ciò che c'è da donare,  certamente, ma "cum grano salis"
http://it.wikipedia.org/wiki/Cum_grano_salis) ci sono accortezze a partire
dal linguaggio vanno curate altrimenti  perchè abbiamo scelto di aderire a
Verde Binario e occuparci anche di Trashware?




>
> sappiamo che spesso le associazioni sono strumenti di lucro o giocano
>> nell'ambiguità, ma questo non deve essere il nostro caso o non deve
>> accadere che dolosamente qualcuno ci affibbi un'etichetta.
>>
>
> Le etichette che ci hanno affibbiato nel passato sono decadute sempre e
> presto. Ci sono etichette di tanti tipi, spesso uno si aspetta il pugno in
> faccia e invece gli viene allo stomaco. Forse c'è una etichetta che ci
> definisce "chiusi", leviamocela di dosso.
>
>

Peppe fino ad ora l'etichetta "che ci definisce chiusi" l'ho letta solo
nella tua email, di etichette ne ho sentite tante e sorrido, perchè quando
si confrontano gli intelocutori a viso aperto si è ingrado di sgamare anche
il dolo .
Fino ad ora Verde Binario ha goduto di stima anche da parte dello stesso
rettore passato che non ci ha mai sostenuto istituzionalmente con gli spazi
:)



>
> Lo so che nell'entusiamo e nel gioco del piazzismo non ci pensiamo :)
>>
>
> LA cosa che mi rincuora è che nessuno di noi è portato al commercio e al
> profitto, ma proprio per niente :)
>
>
>

Il profitto e il commercio non sono "IL MALE" ma e se qualcuno di noi è
portato non è uno strumento del diavolo :)

Verde Binario fa  parte di una rete di economia solidale, abbiamo scelto
una forma associativa altrimenti ci occupavamo di altro,
singolarmente ognuno nel privato fa ciò che vuole quando si tratta invece
di seguire le attività di un'associazione che si propone di parlare di
software libero/ condivisione/ recupero delle conoscenze informatiche
/cultura eccbisgna sapersi rapportare in modo coerente.
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