Una sintesi del progetto
“Museo Interattivo di Archeologia Informatica”
(Approvato per la prima volta dal C.d.A. dell’UniCal il 14 Maggio 2002 - punto 8)
Sin dalla sua nascita, l’Università della Calabria ha utilizzato una
enorme quantità di elaboratori elettronici. Dal semplice personal
computer destinato ad uso ufficio ai più moderni supercalcolatori per
la ricerca scientifica. La costante e rapidissima evoluzione di queste
tecnologie, inoltre, ha indotto l’istituzione universitaria ad
aggiornare costantemente il proprio “parco macchine”.
Questo processo implica contemporaneamente l’accumulo del materiale
dismesso, con problemi di gestione e smaltimento di hardware spesso
funzionante. Tutto questo prezioso materiale rischia costantemente di
diventare un rifiuto qualsiasi, destinato alle discariche e, infine,
agli inceneritori.
La tecnologia dismessa può essere valorizzata, poiché è possibile riutilizzarla con intelligenza per scopi socio-culturali.
A questo proposito chiediamo la donazione di computers, periferiche, o
singoli pezzi (hard disks, moduli RAM etc.) che sono in “scarico di
inventario” presso i dipartimenti, le amministrazioni di facoltà, i
centri di calcolo o... le vostre soffitte!
Questo tipo di intervento potrebbe essere una pratica concreta di
riciclaggio all’interno dell'università. Spesso parte dei materiali
menzionati vengono assegnati nuovamente per soddisfare i bisogni del
personale universitario e delle associazioni che ne fanno richiesta.
Ma non tutto il materiale viene riutilizzato rimanendo così in giacenza
per molto tempo. Pensiamo, invece, che possa ancora costituire una
risorsa di cui disporre per realizzare un progetto valido a servizio di
tutta la comunità universitaria.
L’idea che sottende alla realizzazione di un museo di questo genere
e’stata la particolarità e la novità che rappresenta per il nostro
territorio. Il museo potrebbe essere un mezzo per affrontare in modo
creativo tematiche che riguardano l’ecologia e l’ambiente; in tal senso
il materiale elettrico ed elettronico, nuova tipologia di rifiuto, può
essere recuperato a scopo culturale e sociale.
Il progetto dovrebbe svilupparsi attraverso il coinvolgimento dei
docenti e degli studenti nella donazione o l’affidamento temporaneo di
computers di interesse storico. Sicuramente un percorso articolato da
attuarsi in diverse fasi e che presenta aspetti interessanti, come ad
esempio: il censimento dei materiali, i sopralluoghi dei
magazzini dove questi sono in giacenza, gli iter burocratici per il
loro affidamento, la fase di testing e di ripristino dei computers e
l’allestimento finale con il corredo di materiale informativo quali
schede, foto e bibliografia.
Riteniamo che l’ateneo sia il luogo adatto per ospitare un museo di
questo tipo promuovendo un’immagine dell’universita’ e della Calabria
creativa e propositiva.
La grande mole di hardware in disuso non è solo un ammasso di ferraglia
inutilizzabile. All’epoca della loro nascita, tutti i computers erano
dei gioiellini e i loro prezzi spesso maggiori di quelli che troviamo
oggi in commercio. Prima del grande boom Microsoft, inoltre, c’era una
moltitudine di pc differenti, sia per tecnica di costruzione, che per
sistema operativo. Una storia ricca di particolari e ingegnerie,
potenzialita’ non sempre sinergiche, ma comunque canalizzate in un
fiume di aspettative crescenti e collettive.
Quello che spesso ci troviamo in magazzino o in soffitta è un pezzo di
storia oltre che una meraviglia tecnologica, se parliamo di un home
computer o di un mainframe come di qualsiasi altro tipo di calcolatore
elettronico. Da qui la voglia, oltre che la necessità, di fermare per
un momento il tempo e costruire una sala-mostra di calcolatori obsoleti
ma perfettamente funzionanti come memoria storica oltre che come
reperti di evoluzione scientifica hardware e software.
Il museo darà la possibilità ai giovani studenti di provare uno
Spectrum o di caricare un programma da una audiocassetta, non perdere
il passato per capire meglio il presente.
Gli elaboratori elettronici sono frutto dell'intelligenza collettiva
che ha prodotto lo sviluppo di strumenti di comunicazione, macchine,
utensili sempre più sofisticati.
Riscopriamo così un patrimonio comune che potrebbe destare curiosità e
divertimento. Tali materiali saranno perfettamente funzionanti e quindi
interattivi con i software, i giochi e le eventuali periferiche
che afferiscono al loro periodo di produzione. Saranno corredati
di bibliografia e schede, sarà così possibile un accesso guidato al
loro uso. Ciò renderà estremamente interessante l'allestimento di una
mostra che potrà essere fruita sia a scopo didattico che ludico.
La costante e rapidissima evoluzione delle tecnologie informatiche ha
indotto le amministrazioni pubbliche ad aggiornare costantemente il
proprio “parco macchine”. Questo processo implica contemporaneamente
l’accumulo del materiale dismesso, con problemi di gestione e
smaltimento di hardware spesso funzionante. Tutto questo prezioso
materiale rischia costantemente di diventare un rifiuto qualsiasi,
destinato alle discariche e, infine, agli inceneritori.
Il museo sarà strutturato in sezioni che descrivono l'evoluzione delle
macchine attraverso i decenni, inoltre sarà allestita una sezione
dedicata alle spettacolari prospettive che la ricerca informatica e
tecnologica ci prospetta. La prima fase del lavoro consiste nel
raccogliere materiale interessante ed idoneo all'allestimento
contattando enti pubblici, privati cittadini, studenti e docenti. La
realizzazione della mostra sarà accompagnata da una campagna pubblica
di informazione e di invito a contribuire con la donazione di
elaboratori altrimenti dimenticati in qualche soffitta. Ogni donatore
sarà riconosciuto come una delle fonti del museo.
Tutte le macchine che non verranno utilizzate nell'allestimento,
potrebbero essere utilizzate per realizzare un cluster sperimentale che
lavori su una determinata procedura o problema. Questo ulteriore
sviluppo potrebbe continuare ad arricchire il museo di una sezione
sperimentale. Le macchine più recenti, ancora adatte ad un uso
quotidiano, verranno utilizzate per la realizzazione di una sala
multimediale con accesso a internet, a disposizione dei visitatori del
museo.
Si possono così individuare diverse fasi:
- recupero dei materiali dismessi
- fase di testing e ripristino dell'hardware
- ricerca bibliografica sulle caratteristiche tecniche e storiografica sull'evoluzione dei calcolatori elettronici
- campagna informativa
- allestimento del museo, della sala multimediale e delle attività sperimentali e seminariali
La realizzazione di un museo di questo tipo è forse unica nel meridione
e potrebbe arricchire il territorio di nuove proposte culturali e
costituire motivo di attrazione per visitatori di ogni genere.
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