[Verdebinario] Catastrofe economica AKA affitto. Una proposta
Giuseppe De Marco
demarcog83 a gmail.com
Gio 3 Apr 2014 11:42:32 UTC
Il giorno 03 aprile 2014 13:29, Kbyte <kbyte a snowpenguin.org> ha scritto:
>
>> Io tuttavia penso che il problema del debito di verde non è il debito in
> se, ma la necessità di creare un flusso in entrata.
>
quoto, problema latente.
>
> Trashware e corsi sono arrivati a un punto di saturazione: le richieste
> non sono più tanto frequenti per via di una flessione della domanda (per
> andare su internet oggi basta un tablet da 70 euro), i corsi sono sempre un
> rischio, perché all'impegno spesso non corrisponde l'adeguato ritorno
> economico (se devo fare un corso lici di 3 mesi per portare in totale a
> verde 1000 euro, tanto vale che scrivo un articolo per una rivista e regalo
> i proventi a verde).
>
Rammento le polemiche nate per quella esperienza condotta con LinuxMagazine.
Penso che come associazione potremmo anche fare consulenze, come gli amici
di HL. Le consulenze, specie quando altamente specialistiche, sono una
risorsa molto importante.
>
> Il museo invece è sempre stato lasciato per ultimo. Li a mio avviso
> abbiamo ancora molto margine di guadagno.
>
Io penso che tutti noi soci abbiano maturato questa coscienza e aldilà di
posizioni apparentemente contrastanti possiamo ritrovarci tutti, nessuno
escluso, su quanto hai appena scritto.
Finora le attività marginali di Verde, quali anche Ninux, erano state
pensate anche - non sopratutto ma anche - per collocare una sorta di
raccolta fondi, una piccola pezza, come del resto anche l'hosting solidale,
per avvicinare persone e socializzare delle donazioni giutificate da tante
utilità accessorie alla vita di Verde Binario. Nel caso di Ninux era la
condivisione della banda internet. Poi ci si trova sempre sul terreno
franoso dell' etica antagonista e questo ci frena su molti fronti.
Personalmente, in qualità di socio, non credo che una soluzione, fra queste
marginali o residue, siano migliori rispetto ad altre ma se non riusciamo a
cavarne fuori niente di utile sarebbe il caso di puntare tutto sul Museo e
fare raccolta fondi con una logica orientata su obiettivi materiali.
Inoltre, lo sapete già da anni e quasi mi imbarazza ripeterlo, trovare un
modo per poter garantire dei rimborsi spesa sarebbe un passaggio
fondamentale per mettere in produzione il Museo, perchè le macchine vanno
riparate, pulite dalla polvere, gli orari di apertura/chiusura sono
costanti e per questi vi è richiesto un impegno equivalente.
Per le riparazioni potremmo consorciarci con tecnici riparatori, fare
muovere un pò le cose e creare dei satelliti intorno al MIAI.
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