Nanni Balestrini era un hacker delle parole.
Le raccoglieva per strada, le annusava dal flusso informativo della vita quotidiana, nelle code degli uffici, nei tram bloccati nel traffico, nei racconti degli operai di fabbrica e degli ultrà del calcio.
Le cercava ravanando nei bidoni dell'immondizia sociale, oppure le ritagliava dai giornali, le rubava con disinvoltura da scrittori importanti del passato come dagli anonimi autori dei romanzi Harmony.
Poi le portava nel suo laboratorio e ne studiava il funzionamento, le faceva a pezzi e le rimetteva insieme in una forma differente, imprevista.
E' di Nanni Balestrini l'opera "Tape Mark 1" (1961), la più antica presente nella mostra bin/art e uno dei primi esperimenti di poesia elettronica mai realizzati.
Molti anni fa siamo rimasti affascinati dalla descrizione di quest'opera, pubblicata su "IBM: 3 secoli di elaborazione dati". L'idea di studiare gli aspetti storici della sua realizzazione ci ha portato finalmente a conoscere Nanni, a scambiare con lui le nostre impressioni su di essa, ed a realizzare una nostra personale ricostruzione che, riconoscenti, gli abbiamo regalato. Ne è nato un rapporto di amicizia che oggi ci lascia un gran vuoto.
La storia di "Tape Mark 1" e della nostra ricostruzione è raccontata nella scheda dell'opera e dalle parole di Nanni nella nostra video-intervista realizzata a Roma nel 2016.
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