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terzo incontro
Date: 2006/04/21 10:21 By: emiliano Status: Utente  
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Posts: 19
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Ecco il riassunto del terzo incontro del corso introduttivo al Sistema Operativo (S.O.) GNU/Linux “un mercoledi da pinguini”.

Come al solito, si tratta di un resoconto sintetico per nulla esaustivo, il cui scopo è fondamentalmente quello di fornire ai partecipanti al corso, e ad eventuali “studenti remoti” , una scaletta degli argomenti trattati e dei link a documenti presenti sul world wide web per approfondire ciascun punto.
Leggere il resoconto senza almeno dare un’occhiata agli approfondimenti (o senza aver frequentato il corso) può risultare ostico o incomprensibile.
siete avvisati.

Una cosa intelligente da fare per avere risposte a tutte le domande che vi possono venire in mente è consultare il vostro motore di ricerca preferito.
GNU/Linux, infatti, è probabilmente il S.O. più documentato al mondo.
Sul web sono presenti una mole impressionante di manuali, howto su singoli argomenti, gruppi di discussione tematici ecc.
In più, il sistema stesso prevede al suo interno una ricca documentazione (pagine man e documenti veri e propri)
Insomma, GNU/Linux è un vero e proprio paradiso per gli autodidatti.

un testo sintetico e semplice che mi sento ancora una volta di consigliare per questo corso è “UNIX: introduzione elementare”, di Marco Liverani.
Scaricatelo e soprattutto leggetelo.

http://www.isinet.it/~marco/unix/

dopo questa doverosa introduzione (o “pippa”) passiamo al sunto del terzo incontro, “lo spirito nel guscio - introduzione alla linea di comando”

durante la prima parte dell’incontro si è continuato a parlare della struttura del filesystem (inteso come l’albero di files e directory presenti sul sistema) del S.O. GNU/Linux e dei sistemi Unix-like in generale.
Si è evidenziata ancora una volta la differenza tra i sistemi basati su dos, che prevedono la presenza di “volumi logici” (A:, B:, C:, D: etc) corrispondenti a dispositivi di memoria di massa (hard disks, floppy, penne usb, cdrom etc), e i sistemi Unix, nei quali è presente una unica gerarchia di “cartelle”.
Le sottocartelle della cartella radice (nota come “root directory” - “directory principale” o semplicemente “/“) sono più o meno le stesse su tutti i sistemi di derivazione Unix. I nomi di queste cartelle richiamano le caratteristiche dei files in esse contenuti. Abbiamo dunque delle cartelle che contengono programmi, altre che contengono files di configurazione, o i log (“diari”) dei programmi, i documenti salvati da ciascun utente e così via.
Dispositivi e partizioni vengono “innestati” (“montati”) a piacimento come “rami” di questa gerarchia ad albero dall’amministratore o dagli utenti del sistema.

La convenzione internazionale di riferimento è il “filesystem hierarchy standard” (FHS).

http://www.pathname.com/fhs/

si è passati poi all’argomento dell’incontro: la linea di comando.
che non è una roba militare ma semplicemnte l’interfaccia testuale al sistema operativo e agli apllicativi.

Anticamente l’unico modo di interagire con un calcolatore elettronico era quello di digitare dei comandi su una tastiera, premere invio e attendere che la “risposta” dell’elaboratore venisse stampata su un foglio di carta o mostrata a video, sempre sotto forma di testo semplice.
Durante l’incontro sono stati mostrati alcuni cimeli di questo glorioso passato: una telescrivente (teletype o tty) e un videoterminale “stupido” della digital equipment corporation, originariamente in dotazione a un mainframe VAX 11/780 dell’università della calabria.

http://www.verdebinario.org/index.php? option=com_content&task=view&id=38&Itemid=31

Le interfacce grafiche e tutto ciò che è legato ad esse (la metafora della scrivania e delle finestre ad esempio) sono una acquisizione piuttosto recente (metà anni ‘80).

Le interfacce testuali tuttavia non sono state mai definitivamente abbandonate, ma anzi si sono evolute in comodi strumenti che spesso sono rapidi e intuitivi quanto le metafore grafiche alle quali siamo abituati. Questo è il motivo per cui dei programmi che emulano il comportamento delle telescriventi e dei terminali sono tuttora presenti anche in sistemi graficamente accattivanti come GNU/Linux o OSX.

dunque, dunque...

grazie al contributo di tutti i partecipanti (forza-lavoro VOLONTARIA siamo riusciti in breve tempo ad allestire un’aula attrezzata di postazioni dotate di pc GNU/Linux per tutti i corsisti.
tengo a precisare che i pc usati sono 100% hardware riciclato - 100% software libero.

si è parlato di:

*accesso al sistema (login)
http://www.wowarea.com/italiano/linux/linux.htm

*la shell bash (Bourne Again SHell) e alcune sue caratteristiche
(completamento automatico, storico dei comandi, etc)
http://xoomer.virgilio.it/ennebi/atapSO/ pag04.html

*sintassi tipica di un comando UNIX:
Comando [eventuali opzioni] [argomento/i]

* pagine man

sono state fatte semplici esercitazioni con comandi di uso comune per

a) muoversi nei rami del filesystem (cd, pwd, ls)
sono state in questo ambito descritte le locazioni speciali . e .. e i files “nascosti” .qualcosa
b) lavorare con i files (cp, mv, rm, file)
c) amenità varie tipo chiedere l’ora al sistema (date)

http://www.magicmill.net/linux/grap/grap.html

sono state mostrate (semplicemente mostrate) alcune caratteristiche avanzate di bash, come ad esempio la possibilità di automatizzare e raccordare i comandi in dei semplici meta-programmi: gli script, semplici files di testo in cui si possono richiamare dei comandi e organizzarli in cilci o altro.

problema-esempio:
si vogliono ridurre TUTTE le immagini jpg presenti in una cartella a una risoluzione minore di quella originale, magari per pubblicarle su un sito web.
soluzione da utente Unix: un semplice shell-script di 4-5 righe

--------qui inizia lo script---un file di testo chiamato riduci.sh----
#!/bin/sh
for i in $(ls *.JPG *.jpg)
do
convert -quality 80 -resize 480x480 $i web_$i
done
--------fine dello script-------------------------------------------- -----

traduzione italiana: “per ogni file .jpg o .JPG nella cartella corrente esegui il programma convert (un programma a linea di comando per la manipolazione di immagini presente nel pacchetto software ImageMagick) con i parametri dati, cioè -resize 480x480 - riduci alla risoluzione massima di 480 pixel- senza distruggere i files originali ma creando per ogni nomefile.jpg un corrispettivo web_nomefile.jpg”

Pant! più facile a farsi che a dirsi!!!!

per eseguire lo script basta dare adu n prompt di comandi
$ sh riduci.sh (invio)

provate a compiere questa stessa azione ripetitiva con utilità grafiche e capirete perchè la linea di comando non morirà mai!

http://www.tldp.org/HOWTO/Bash-Prog-Intro- HOWTO.html

poi altre cose che non ricordo.

a un certo punto il tempo ha cominciato ad essere tiranno, ragion per cui, siamo andati via.

durante il prossimo incontro approfondiremo ulteriormente le incredibili possibilità della linea di comando, con ulteriori esercitazioni pratiche.
niente grafica ancora per un po dunque, ma l’argomento command-line è complesso (non complicato spero).

l’appuntamento è per mercoledi prossimo al solito orario, le 18:30.

vi ricordo la “doloreuse”... per la partecipazione all’intero corso è stata concordata una sottoscrizione di 10 euro a testa.
Un contributo simbolico per aiutare i poveri fondocassa dell’ass. verdebinario e del collettivo zenith.

Non fate gli gnorri!

ciao

emiliano

Post modificato da: emiliano, alle: 2006/04/21 12:27
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